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L’universo Ultimate non smette di sorprendere. Con il numero 20 di Ultimate Spider-Man, Jonathan Hickman e David Messina scelgono di mettere da parte l’azione pura per concentrarsi su quel che da sempre definisce Peter Parker: il peso di relazioni e responsabilità.

In tale albo, niente acrobazie tra i grattacieli, niente lotte all’ultimo sangue, niente “thwipp” di ragnatele. Al centro c’è solo una cena, un dialogo tra Peter Parker, Mary Jane Watson, Gwen Stacy ed Harry Osborn. Tutto si svolge attorno a tavola, eppure l’impatto è enorme.

Hickman porta la riflessione al cuore del motto che ha reso Spider-Man un’icona: “Da grandi poteri derivano grandi responsabilità”. Ma cosa significa davvero quando non si tratta di superpoteri ricevuti per caso, bensì di varie scelte consapevoli fatte da un uomo che è già marito e padre, con responsabilità terrene prima che eroiche?

In tale cornice, Mary Jane emerge come la figura chiave. Lontana da essere semplice comprimaria, vive un conflitto interiore: la scoperta che chi la circonda potrebbe non essere chi lei credeva, e che il peso delle responsabilità non riguarda soltanto Goblin, Mysterio o i vari Spider. Potrebbe toccare anche a lei assumersi un nuovo ruolo, forse inatteso, ma inevitabile.

Il n. 20 segna un punto di svolta. Con 4 albi alla fine della serie, la domanda è inevitabile: come si ridistribuiranno tali responsabilità nel mondo Ultimate? Se Peter è chiamato a un bilanciamento più difficile tra eroe e padre di famiglia, e Mary Jane sembra destinata a un’evoluzione autonoma, lo scenario finale non potrà che ridefinire l’essenza stessa di Spider-Man.

Hickman e Messina confezionano quindi un episodio “silenzioso” ma potentissimo, che dimostra come non servano battaglie spettacolari per raccontare un eroe. A volte, basta una cena per mostrare che le vere sfide non sono nei cieli di New York, ma nei legami terreni.

Posted by at agosto 27, 2025
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