Con Absolute Evil #1, Al Ewing e Giuseppe Camuncoli firmano un numero destinato a far discutere. Il motivo non è solo la solita sfilata di villain – Ra’s al Ghul, il Joker, Hector Hammond e soci – quanto piuttosto la portata delle rivelazioni che toccano personaggi cardine dell’Absolute Universe. E ci sarà da divertirsi assolutamente.
Sul fronte opposto, c'è Absolute Green Arrow e l’introduzione di un villain rivisitato: Jubal Slade, già noto come losco slum landlord negli anni Settanta, ora trasformato in un chiaro rimando a Jeffrey Epstein, con isola privata e traffici oscuri. Mossa audace che porta la DC a flirtare con riferimenti estremamente scomodi, al limite della satira sociale più cupa.
Il risultato? Una collisione tra politica, scandali e tradimenti che mette Oliver Quinn e Roy Harper davanti a un futuro incerto, con la concreta possibilità che il testimone dell’arciere passi di mano prima ancora che la serie Absolute Green Arrow veda la luce.
Il “gioco sporco” narrativo di Absolute Evil è evidente: destrutturare figure storiche, ribaltare l’eroismo tradizionale per contaminare la finzione con l’eco di scandali reali. Un’operazione che non piacerà a tutti, ma che conferma la linea editoriale DC: se l’Absolute Universe deve distinguersi, lo farà alzando la posta in termini di shock value.
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