Con un post molto polemico sul suo profilo Facebook, Moreno Burattini, ha annunciato la sua uscita di scena come curatore di Zagor e ha attaccato un lettore chiamandolo detrattore perché quest'ultimo si è augurato che il suo successore (che sarà Luca Barbieri) la faccia finita con le storie basate sulla spiegazione di eventi del passato e artisti lontani dallo stile zagoriano classico di Gallieno Ferri. Non contento accusa questo lettore critico di avere le allucinazioni perché secondo lui le storie di questo tipo lui non le ha mai scritte e non condivide il fatto che, secondo i critici, le sue scelte abbiano rischiato di far chiudere la collana.
Chi segue le discussioni in rete sulla gestione di Zagor da parte di Burattini è consapevole che il curatore è da sempre criticato e in specie per avere intrappolato il personaggio in una sorta di limbo con storie lontane dalla sua matrice originaria. In poche parole, non solo ha snaturato Zagor ma lo ha situato in questa dimensione oscura da cui tutti sperano che il nuovo curatore lo tiri fuori. Moreno Burattini naturalmente non condivide questa ricostruzione e come in molte altre reazioni alle critiche dei fan, reagisce con modo stizzoso. Il tono non conciliante é anche di altri autori bonelliani precipitatisi in suo soccorso.
Lucio Filippucci ha replicato così a sostegno di Burattini contro il detrattore: I detrattori imbecilli sono necessari. Il detrattore imbecille ci permette di animare una giornata noiosa e con l'occasione di mandare aff.....o qualcuno come puro e salutare sfogo. Il detrattore che ha criticato il curatore non soltanto si è sentito dire che soffre di allucinazioni, ma secondo Filuppucci è anche una valvola di sfogo che può essere mandato affanculo allietando una giornata altrimenti triste. Siamo alle solite: alle critiche dei lettori, da parte degli autori della Bonelli arrivano o risposte intrise di rabbia o insulti (come in questo caso).
Si può pertanto capire perché tanta gente attacca la Bonelli e si dichiara contenta quando una serie chiude o uno sceneggiatore viene silurato. L'editore non ha mai preso provvedimenti per frenare questo tipo di risposte dei suoi autori e disegnatori, pur consapevole del fatto che simili atteggiamenti avrebbero potuto riflettersi sulle vendite, oggi in deciso calo. Una volta quando vendevano tanto, se lo potevano pure permettere, ma oggi no. La Bonelli, dati di bilancio alla mano, è passata da 9 a 6 milioni di copie vendute. Un disastro che non sembra avere soluzione essendo accompagnato dalla scomparsa delle edicole.
In un contesto del genere per un lettore è difficile seguire una collana con la prospettiva che se osa criticare rischia di essere trattato per matto (avere le allucinazioni) o mandato affanculo. Insomma, non ci siamo. Se questo è il clima che si respira nella redazione di Zagor è evidente che qualcosa non funziona come dovrebbe. Il fatto che le loro vendite siano crollate (negli ultimi 12 mesi, stando a dei dati ufficiosi, Zagor è passato da 25.000 a 22.000 copie) non giustifica affatto tali reazioni per le quali la direzione della casa editrice dovrebbe prendere provvedimenti.
Infine, vi è un altro elemento del polemico post di Burattini che merita un approfondimento nella parte in cui dice che è andato in pensione anticipata. Significa che ha accumulato 41 anni di contributi avendo 62 anni iniziando a versare da quando aveva 18 anni? Per uno scrittore di fumetti sarebbe un vero record. O forse l'accenno alla pensione è solo figurativo per giustificare la sua uscita di scena come curatore. Il suo collega Boselli che di anni ne ha 72, anche lui ha detto che di avere lasciato l'incarico di curatore di Aquila della Notte per andare in pensione. Al di la di tutto, comunque, l'era di Burattini su Zagor è finita.
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