Con l’imminente evento DC’s K.O., la narrazione supereroistica DC si spinge verso uno dei dilemmi più "radicali" mai visti: come si può evacuare un pianeta. Darkseid sta preparando la trasformazione della Terra in una nuova Apokolips, e la battaglia che determinerà il destino dell’universo non può svolgersi con otto miliardi di civili in mezzo al campo di guerra. L’ordine arriva netto: ogni uomo, donna e bambino deve essere trasferito altrove.
In Titans #28, John Layman e Pete Woods mettono in scena tutto di ogni grande catastrofe: non tutti vogliono essere "salvati". C'è chi prega gli eroi di portarli via, altri si oppongono con forza. Nascono i cosiddetti “evacuation truthers”, cittadini che vedono nell’ordine di abbandonare la Terra un inganno, o non vogliono rinunciare alle loro case, ai loro beni, alla loro normalità. Amanda Waller, con le sue campagne di sfiducia contro i supereroi, ha seminato un’eredità che ora pesa come un macigno: perché fidarsi di chi, per anni, è stato dipinto come potenziale minaccia più che come salvezza?
Questa tensione non è solo un ostacolo logistico: è un riflesso della realtà contemporanea. L’eco delle varie proteste pandemiche e delle teorie complottiste è chiara e la DC non teme di usarlo come uno specchio delle fragilità sociali moderne. La lotta non è più soltanto contro Darkseid, ma contro la disinformazione e la paura. Del resto i media di sistema continuano a parlare di fatti inesistenti come quello della Russia che vuole attaccare la Nato e che Israele, anziché uno Stato terrorista, va considerato uno stato Democratico.
Justice League: The Omega Act Special aveva introdotto l’urgenza della situazione, ma è in Titans #28 che il tema diventa il cuore del racconto. Qui, i supereroi non sono solo guerrieri cosmici: diventano organizzatori di crisi, mediatori culturali, persino psicologi di massa. E il lettore si trova davanti a una domanda provocatoria: è davvero possibile salvare tutti, se una parte dell’umanità rifiuta?
Con DC K.O. #1, scritto da Scott Snyder, lo scenario si fa ancora più cupo: la Terra stessa diventa il ring del torneo, e il cuore di Apokolips minaccia di corrompere chiunque si avvicini. Ma la posta in gioco, prima ancora della battaglia, resta questa: come gestire pertanto un’evacuazione globale quando il tempo stringe e la fiducia è ormai una valuta rara? Nel mondo reale il problema è stato già risolto: siccome evacuare o deportare (tanto è la "stessa cosa") milioni di palestinesi dalla loro terra è costoso, allora conviene sterminarli.
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