In Absolute Wonder Woman #12 la Thompson tiene la promessa di un numero “grande” e in effetti introduce non solo nuovi personaggi, ma un’idea che potrebbe cambiare la direzione della linea Absolute: un Absolute Suicide Squad. Non si tratta però della squadra che conosciamo nell’universo classico, ma di una formazione diversa con membri che portano nel nuovo contesto reinterpretazioni.
La storica nemesi di Wonder Woman fin dall’età dell’oro, ma ridotta a dimensioni normali invece che gigantesche. Seguono quella che pare una versione Absolute di Nina Mazursky quella dei Creature Commandoes e, in lontananza, un dettaglio che richiama la coda di Cheetah, segno che Barbara Minerva potrebbe apparire.
La suggestione più estrema, però, riguarda la cosiddetta “Absolute Hannibal Lecter Zatanna”: immagine molto disturbante che lascia intendere un ribaltamento totale del personaggio, qui forse ridotto a un’ombra corrotta della maga che conosciamo. Il risultato è una galleria di villain deformati, tenuti in vita come esperimenti pronti a essere scatenati, più simili a mostri da laboratorio.
È un passaggio di rilievo, perché mette in moto un filone narrativo che apre il mondo Absolute a un territorio del tutto nuovo: non solo Amazzoni, divinità e supereroi, ma anche un pantheon di criminali “riprogettati” per un’era più cupa. Thompson lascia intravedere solo frammenti, ma abbastanza da far pensare che l’Absolute Suicide Squad sarà una presenza ricorrente, con un impatto diretto sulla stessa Diana. Dai prossimi numeri le cose si fanno sfiziose:
Absolute Wonder Woman #13 promette nuove verità sul mito delle Amazzoni, il #14 un confronto con le divinità più antiche e ostili, mentre il #15 annuncia finalmente l’incontro con l’Absolute Batman, in una Gotham scossa da omicidi rituali. E' l’inizio, eppure Absolute Wonder Woman #12 dimostra come la linea Absolute non sia un semplice “what if”, bensì un laboratorio creativo dove personaggi familiari vengono smontati e ricostruiti in chiave radicale.
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