La storia pubblicata sul numero inedito di Diabolik uscito questo mese non si può certo definire come una delle migliori, ma perfino definirla una delle peggiori non sarebbe sufficiente. Forse l'etichetta che meglio rappresenta la storia dal titolo L'altro rifugio può essere espressa come trionfo della noia, una delle storie più pallose, inutili e soporifere che si potessero mai concepire. Sarebbe bastato fare il contrario di quello che è stato fatto per centrare l'obiettivo, forse però l'obiettivo era proprio quello di far arrabbiare i lettori.
Diabolik mette a segno un colpo a Brektal nello stato di Clerville che gli frutta una partita di diamanti di gran valore. Nulla di complicato poiché gli basta infiltrare Eva Kant nel personale di una impresa di sicurezza incaricata di consegnare i diamanti all'ultimo piano di un grattacielo. Eva entra nell'ascensore mentre la squadra di sicurezza sta per salire e dopo averli tramortiti con il solito gas fugge via con Diabolik che l'aspetta nei garage per fuggire. Ma ecco che si verifica un problema: nella valigetta c'era un dispositivo di localizzazione che Diabolik non è riuscito a individuare costringendoli a scappare.
Il giorno dopo al tg il sindaco del paese si vanta di essere riuscito, grazie al formidabile congegno, a trovare un rifugio di Diabolik con gran parte della refurtiva di precedenti colpi. A quel punto, si poteva pensare alla vendetta del re del terrore sul sindaco e sull'inventore del misterioso dispositivo, macché! La scena cambia del tutto. Un certo Redin si presenta al boss Andrea Warren a cui rivela di essere riuscito per caso a trovare un rifugio di Diabolik a cui però il re del terrore non è tornato. Forse al suo interno sono custoditi preziosi tesori e così gli propone di forzarlo e spartirsi le ricchezze presenti.
Warren accetta ma solo a una condizione: gli darà 2 milioni di euro in contanti se lui rivelerà il luogo in cui si trova il rifugio di cui ha mostrato solo delle foto e alcuni video che mostrano Diabolik e Eva andare via. Se Warren dovesse tradirlo o cercare di ucciderlo, una mail partirà in automatico all'ispettore Ginko e per il boss sarebbero guai. Viene così organizzata una squadra di esperti a cui si aggiunge il figlio di Warren, Diego, desideroso di fare a modo suo. L'assalto parte e sulle prime gli uomini si trovano davanti ai trucchi consueti di Diabolik come gas o botole a sorpresa. Poi arriva l'intoppo.
Quel che sembra una porta blindata separa il gruppo dal contenuto che Warren, Redin e Diego che seguono a distanza con collegamenti audiovideo, immaginano custode di grandi ricchezze. A quel punto però, Redin, pretende di farsi pagare subito, tanto da lì a qualche ora Warren sarà ricco mentre lui si accontenterà dei 2 milioni. Quando finalmente i suoi uomini riescono ad aprire la porta, scoprono che dietro si trova un muro! A quel punto, Warren e Diego si rendono conto di essere stati fregati da Redin, il quale si è già allontanato con i soldi. Mesi dopo rilascerà una intervista a una tv a cui camuffato rivelerà tutto con rabbia di Warren e del figlio Diego che guardano.
L'intervista non sfugge a Diabolik e Eva che riescono a rintracciare Redin poiché questi nel raccontare la vicenda spiega che mesi prima aveva lavorato con una ditta di ristrutturazioni edili presso una casa che diventerà un rifugio di Diabolik. All'epoca non poteva di certo immaginare che il committente dei lavori fosse il re del terrore. Fu quel lavoro a dargli l'idea dell'inganno. Diabolik trova Redin e si fa dire tutto di Warren che ucciderà poco dopo. Forse colpito dalla sua astuzia, Diabolik risparmia Redin. Intanto, Diego Warren, uscito di scena il padre diventa il nuovo capo della banda.
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