Cerca nel blog

Post più popolari

È diventata una consuetudine quasi rituale: ogni volta che un grande evento DC si avvicina, le prime copie finiscono su eBay, mutando l’attesa cosmica in un’asta globale. Così è accaduto anche per DC’s K.O. #1, il fumetto che segna l’ascesa di Darkseid a King Omega e l’inizio dell’“Absolute Realm”. Non solo fuga di materiale editoriale, ma un segno dei tempi: l’Apokolips che arriva non dal cielo, ma dal commercio online, dove la rovina dell’universo è valutata in dollari e spedita con tracciamento. E proprio questo è il punto del racconto di Snyder — la corruzione del mito non è più soltanto narrativa, ma industriale, una distorsione dell’immaginario collettivo.

L’ennesima apocalisse annunciata dall’universo DC arriva con un nome ambiguo e risonante: DC’s K.O., acronimo che nasconde in sé la doppia chiave di lettura di “Knock Out” e “King Omega”. Scott Snyder torna a orchestrare un evento totale, ma la distruzione non passa più solo con lo scontro tra eroi e divinità, bensì attraverso la riscrittura stessa dell’essenza cosmica del potere. Al centro di tutto c’è Darkseid, non più tiranno di Apokolips, ma entità assoluta che trascende spazio e tempo, incarnazione della dell’energia Omega. 

L’universo stesso si piega alla sua volontà: il multiverso DC si sposta nel “Regno Assoluto”, un livello ontologico che non è più solamente dimensione fisica, ma principio di realtà, il punto in cui la materia e il pensiero coincidono nella pura dominazione. Il motore narrativo è la riscoperta di un’antica colpa kryptoniana. Gli antenati di Superman avrebbero creato, su Apokolips, il primo dispositivo Omega, nucleo vivente capace di manipolare la struttura dell’universo. 

In quella decisione, scientifica e sacrilega, si nasconde l’origine del male cosmico. Darkseid non nasce più come personaggio, ma come reazione: un’espressione dell’energia finale che tende a chiudere il cerchio dell’esistenza. Tale idea, portata alle estreme conseguenze, ribalta l’intera cosmologia DC: se l’Alfa è la creazione, l’Omega è la volontà di annullarla, e la linea tra le due diventa scontro.

Snyder intreccia qui due livelli di lettura. Da un lato, costruisce un evento spettacolare, un torneo brutale in cui gli eroi combattono fra loro per assorbire energia Omega e divenire abbastanza forti da affrontare Darkseid. Ma dall’altro, il torneo diventa metafora del mito DC stesso: ogni supereroe, per salvarsi, deve contaminarsi per diventare quel che combatte. L’eroismo si misura nella capacità di reggere la corruzione. La “battaglia per il cuore di Apokolips” non è solo una missione cosmica, ma una discesa morale. 

Il cuore è senziente: essere vivente, frammento di consapevolezza che reagisce a ogni sia pur minimo impulso distruttivo, risucchiando compassione e restituendo potenza. Più un eroe lotta, più rischia di perdere la propria umanità. Questa dinamica richiama delle antiche narrazioni teologiche, ma anche la metafisica del potere che Snyder aveva già esplorato in Death Metal e No Justice. Tuttavia, in DC’s K.O., la visione si fa più cupa e definitiva. 

Il “Regno Assoluto” non è solo un piano superiore bensì una nuova logica narrativa: l’universo DC viene riletto come organismo unico, dove ogni particella è collegata all’energia Omega, coscienza finale che tende all’uniformità. La diversità degli eroi, la loro individualità, viene messa alla prova. Per sconfiggere Darkseid bisogna diventare Darkseid, e il prezzo della salvezza è la perdita dell’identità.

L’idea di fondo si colloca nel solco di un’evoluzione che DC tenta da anni: superare il concetto di “crisi” come reset per abbracciare un concetto più filosofico di “fine”. Questa saga non punta al ripristino dell’ordine, ma all’accettazione della sua dissoluzione. In un certo senso, Snyder mette in scena l’ultimo stadio della mitologia DC: cioè l’assimilazione del male nell’eroe, fusione tra distruzione e salvezza. Il torneo, le arene, la corruzione progressiva degli sfidanti sono solo la superficie visibile di un racconto che, in profondità, parla di una civiltà arrivata al punto limite della propria evoluzione mitologica.

Il tono quasi escatologico della storia trasforma Darkseid in una figura simbolica: non più dittatore cosmico, ma principio d’entropia personificato. Il fatto pertanto che la sua energia derivi da una colpa kryptoniana introduce un parallelismo con il peccato originale, un tema che Snyder piega alla logica del supereroismo contemporaneo: l’origine del male non è esterna, ma insita nel bisogno di creare e controllare. Il gesto fondativo della civiltà kryptoniana — dominare la materia attraverso la scienza — genera la stessa energia che, milioni di anni dopo, divora l’universo.

DC’s K.O. appare come un passo nella ridefinizione del canone cosmico DC. La costruzione del “Regno Assoluto” come livello oltre il multiverso introduce una nuova frontiera concettuale, destinata a sostituire le classiche mappe cosmologiche in Multiversity o Dark Nights: Metal. È la risposta di Snyder a Grant Morrison: laddove il Morrison vedeva l’universo come testo, Snyder lo vede oggi come organismo. Tutto vive, tutto tende alla fine. E se l’Omega è “l’energia della conquista”, allora anche l’atto stesso di raccontare diventa una forma di conquista, un tentativo di contenere l’infinito.

C’è in questo approccio una sorta di autoconsapevolezza tragica. Il “torneo” diventa allegoria della competizione fra visioni autoriali, dei cicli di potere che animano la storia stessa della DC. Ogni autore, come ogni eroe, cerca di impadronirsi del cuore dell’universo, ma più si avvicina ad esso più ne viene contaminato. L’evento, insomma, diventa un discorso meta-narrativo sul rapporto tra creazione e controllo, tra potere e annientamento, tra libertà e destino.

Il fascino di DC’s K.O. sta proprio sul punto: nel suo essere insieme apocalisse e autocritica, battaglia e riflessione. Darkseid, che ormai esiste “fuori dallo spazio e dal tempo”, diventa la personificazione dell’editorialismo stesso — un’entità che assorbe ogni trama, ogni universo, ogni autore, pretendendo di essere l’unica voce che detta le regole della realtà. Contro di lui si battono eroi che non cercano più solo la vittoria, ma la sopravvivenza del significato stesso. 

Posted by at ottobre 09, 2025
Categories: Labels:

0 comments:

 
>