Cassandra Cain lascia i vicoli di Gotham per le vette dell’Himalaya, e già questa scelta narrativa suona come una dichiarazione d’intenti. In Batgirl #12 non c’è soltanto uno scenario esotico a fare da sfondo, ma un vero spostamento di tono: dalla dimensione urbana, cupa e soffocante, a un ambiente rarefatto, quasi sospeso, dove ogni passo è più rischioso e ogni segreto pesa di più. Il confronto con Nyssa al Ghul – l’ennesimo tassello della dinastia che continua a proiettare la propria ombra su tutto l’universo Batman.
È una prova di identità, più che di forza. Il team creativo formato da Tate Brombal e Takeshi Miyazawa pare puntare su un equilibrio tra dinamismo e introspezione: il disegnatore, in particolare, ha uno stile agile e cinematografico che si presta a inseguimenti e lotte su creste innevate, ma anche a momenti di sospensione e silenzio. È un approccio che può dare respiro a un personaggio che negli ultimi anni è stato spesso sacrificato in ruoli secondari, senza evoluzione.
Se questo episodio riuscirà davvero a offrire un “nuovo inizio” per Cassandra o se sarà soltanto l’ennesima variazione su temi già noti dipenderà dalla capacità di sfruttare il contesto come più di un semplice cambio di scenario. Per ora resta la sensazione di una sfida narrativa interessante: spostare Batgirl in un luogo dove i fantasmi del passato sembrano ancora più ingombranti e dove la neve non copre, ma mette in risalto, ogni segreto.
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