Il caso di Marvel Knights: The World To Come sembra un esempio da manuale della difficoltà di conciliare la creatività e la gestione ai massimi livelli. La miniserie in sei parti, scritta da Christopher Priest e illustrata da Joe Quesada, non è nuova a rinvii, ma la notizia del nuovo slittamento aggiunge ulteriore peso a un gran progetto che si voleva come celebrazione dei 25 anni del marchio Marvel Knights e che invece rischia di trasformarsi in una corsa a ostacoli editoriale.
In un certo senso, come ironizzato nell’articolo originale, il ritardo non stona: dopotutto, The World To Come è una storia ambientata nel futuro, e ogni posticipo pare avvicinarla al suo contesto. Per i fan e per il mercato, la questione é spinosa. Un progetto che coinvolge un autore di culto come Priest e l’ex Editor-in-Chief Marvel, oggi impegnato a gestire l’intera casa editrice, non può permettersi di perdere troppo slancio senza pagare dazio in termini di attenzione.
Dal punto di vista contenutistico, la collana promette molto: dalle rivelazioni sul passato di T’Challa, al peso crescente della figura di Ketema, fino allo scontro finale che vedrà la salvezza (o la rovina) non solo del Wakanda, ma dell’intero mondo Marvel. Ma le continue dilazioni rischiano di soffocare l’impatto narrativo, soprattutto in un mercato in cui la serialità e la costanza sono un grande valore.
Il paradosso è che proprio Quesada, uno degli artefici della rinascita Marvel negli anni 2000 e simbolo della linea Knights, oggi sembra cadere in una delle trappole che hanno penalizzato la casa editrice negli anni: l’incapacità di mantenere regolarità di uscite, soprattutto per le serie-evento. È un promemoria evidente di come il talento individuale, se non supportato da una struttura editoriale solida e da una gestione del tempo ferrea, rischi di non bastare.
Alla fine, Marvel Knights: The World To Come rimane un progetto attesissimo, ma che rischia di arrivare in libreria come occasione sprecata se i ritardi continueranno a dilatare l’attesa. Il fascino della nostalgia e la potenza dei nomi possono attrarre l’attenzione, ma per mantenere la fiducia dei fan serve concretezza. E qui la distanza tra ambizione e realizzazione appare ancora troppo marcata.
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