Last Wolverine #1 é un nuovo capitolo nell’eredità di Logan. In uscita il 22 ottobre, la serie di Saladin Ahmed e Edgar Salazar sposta l’attenzione su Vancouver, in cui il mito dell’artigliato canadese trova un successore: il “Wonderful Wolverine”, alias Wendigo, ultimo allievo di Logan. Marvel presenta questa uscita come un racconto di passaggio del testimone, ma anche come un’indagine su ciò che resta del simbolo originale.
Dal punto di vista critico, Last Wolverine nasce in un momento in cui le major americane puntano sul concetto di “successione eroica”. Dopo i vari “ultimo Spider-Man”, “un nuovo Batman” o “erede di Iron Man”, anche l’universo mutante rielabora la sua mitologia attraverso la perdita e la sua sostituzione. Tuttavia, la differenza di tono promessa da Ahmed può trasformare questo titolo in qualcosa di più di una semplice variazione: un’indagine sul valore del lascito e sull’idea che il mito possa sopravvivere.
Il rischio, come in molte operazioni analoghe, è che l’assenza di Logan diventi un vuoto difficile da colmare. Wolverine non è soltanto un simbolo di forza, ma anche un personaggio nato dal dolore e dal conflitto interiore. Spostare quel peso su un allievo implica ridefinire cosa significhi essere Wolverine senza il suo autore originario. Se Ahmed riuscirà a mantenere il filo emotivo e Salazar saprà rendere visivamente la tensione tra memoria e trasformazione, Last Wolverine potrebbe inaugurare una nuova fase per i mutanti Marvel: meno mitologica, più umana.
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