Pochi giorni fa, se n'è andato anche Jim Shooter, colui che ha rivoluzionato il modo di fare fumetti alla DC dimostrandosi un valente autore di collane famose come Supergirl, Legione dei Supereroi e Action Comics e alla Marvel divenendone editor-in-chief, attirandosi l'odio di altri autori per i suoi successi. Lasciata la Marvel nei primi anni '90, ha fondato la Valiant e la Defiant ma senza tornare agli exploit degli anni precedenti. E' andato via per la solita malattia contro la quale stava lottando e di cui nessuno sapeva nulla fino a pochi giorni fa.
Tre le fattispecie che sono associate agli effetti avversi di questi sieri: improvviso malore, improvviso insorgere di patologie molto gravi, improvviso aggravarsi di patologie dapprima sotto controllo. Shooter potrebbe rientrare nel secondo o terzo caso. Anche in Italia diversi noti fumettisti sono andati incontro allo stesso destino di Shooter, tra cui Alfredo Castelli e Gianfranco Manfredi (andati via per gravi malattie insorte o aggravatesi nel periodo post-vaccinazione). Tutti zitti, mentre ora i loro colleghi se ne vanno in una omertà peggiore di quella che nel sud-Italia protegge le organizzazioni criminali. Nessuno osa parlare.
Noi lo facciamo sia perché non siamo collegati al sistema del mainstream che prende ordini direttamente dalla centrale di vertice del servizio stampa dei parassiti, soprattutto perché crediamo che un mondo del fumetto dove i protagonisti creativi si dimostrano deboli fino al punto non solo di eseguire gli ordini dei padroni, ma anche di fungere da cavie per dei sieri genici pericolosi come lo sono stati i sedicenti vaccini anticoronavirus non abbia un futuro. Come novax, non vaccinati e filo-putiniani non siamo certo contenti di tante perdite, anche perché le nuove leve in campo italiano e americano si stanno dimostrando un fallimento.
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