Dylan Dog n. 466: la stroncatura dal forum Craven Road

Come sta andando il rilancio di Dylan Dog affidato alla nuova curatrice Barbara Baraldi e del di lei marito, Claudio Lanzoni? Non bene visto che da dati ufficiosi la collana regolare mensile continua a calare nelle vendite e siamo a circa 40.000 copie. Quando Recchioni è stato mandato via due anni fa, la media delle copie vendute era di circa 48.000 copie. Due anni di Baraldi hanno convinto altri 8.000 lettori a mollare il galeone colato a picco che la casa editrice crede di vedere ancora a galla. 40.000 copie sono ancora tante, ma nel mondo dylaniato è una cifra che riassume i termini di un fallimento iniziato già con Marcheselli.

Il n. 466 uscito in edicola pochi giorni fa, al solito, raccoglie i commenti ironici degli utenti del forum Craven Road 7 di cui ne riportiamo alcuni qui. Alcuni evidenziano il legame del titolo della storia, Chi è sepolto in questa casa con il titolo del film horror datato 1986 Chi è sepolto in quella casa. Sostituire questa con quella avrà risolto il problema? Keanu Coen scrive: Comunque, solo la Baraldi ha il potere di farmi chiudere l'albo a pagina 11

Bertuccia: Nemmeno malvagio alla fine, se non fosse che l'inizio è un po' confuso, ma questa è probabilmente colpa mia che ricordavo poco e niente. L'unico problema veramente grave sono i due protagonisti, perché gli altri comprimari sono ben scritti e Groucho é in ottima forma. Senza le interazioni tra Dylan e la tipa, ovvero se ci fosse soltanto l' indagine stretta e necessaria, senza zumbe, senza discorsi e fisime varie, la storia sarebbe interessante.

Wolkoff risponde a Keanu Coen: ... pensa se proseguivi! 180pp di premesse, per una decina di pagine conclusive da obbrobrio indecoroso. Davvero, la conclusione sembra scritta con una sciattezza e sconclusionaggine da far apparire un medio Gualdoni o un Marzano un maestro come Kubrick, dylaniamente parlando. Ennesima conferma che in queste storie doppie le premesse potabili iniziali, che si distingueva in positivo 8-) - sono soltanto il primo tempo di una pellicola destinata a sbracare nel polpettonismo della peggior specie.

C'è da dire che nonostante tante critiche questi tipi continuano a buttare via i loro soldi comprando un fumetto che non gli piace più, come se il tutto fosse finalizzato all'esercizio del diritto di critica verso la nuova direzione della collana. Dal nostro punto di vista, non ne vale la pena. Spendere attualmente quasi sei euro per un fumetto che è una pena assoluta è qualcosa che va contro il buon senso, mentre la casa editrice fa finta di niente e continua a sostenere un sistema in cui autori mediocri o incapaci sono descritti come dei geni. A loro va bene così? Certamente, ammettere di avere sbagliato dal 1993 ad oggi è difficile.

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